-----------------------------------------------------
LA
LITURGIA DEL GIORNO
www.lachiesa.it/liturgia
======================================================
DOMENICA
DELLE PALME (ANNO
C)
======================================================
Grado
della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Rosso
Commemorazione dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme
ANTIFONA
Osanna
al Figlio di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del
Signore:
è il Re d'Israele.
Osanna nell'alto dei cieli.
(Mt 21,9)
Il sacerdote saluta il popolo con queste
parole:
La grazia del Signore nostro Gesù
Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito
Santo
sia con tutti voi.
R. E con il tuo
spirito.
Quindi rivolge al popolo una breve
esortazione, per illustrare il significato del rito e per invitarlo a
una partecipazione attiva e consapevole:
Fratelli
carissimi,
questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua
del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e con
le opere di carità fin dall'inizio della Quaresima.
Gesù entra
in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e
risurrezione.
Accompagniamo con fede e devozione il nostro
Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia
di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua
risurrezione.
Dopo questa esortazione, il sacerdote
dice a mani giunte una delle orazioni seguenti:
Preghiamo.
Dio
onnipotente ed eterno,
benedici + questi rami [di ulivo],
e
concedi a noi tuoi fedeli,
che accompagniamo esultanti il
Cristo,
nostro Re e Signore,
di giungere con lui alla
Gerusalemme del cielo.
Egli vive e regna nei secoli dei
secoli.
Oppure:
Preghiamo.
Accresci, o
Dio, la fede di chi spera in te,
e concedi a noi tuoi
fedeli,
che rechiamo questi rami
in onore di Cristo
trionfante,
di rimanere uniti a lui,
per portare frutti di
opere buone.
Per Cristo nostro Signore.
E senza
nulla dire, asperge i rami con l'acqua benedetta.
Segue la
proclamazione del Vangelo dell'ingresso del Signore.
VANGELO
(Lc 19,28-40)
Benedetto colui che viene nel nome del
Signore.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In
quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso
Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il
monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel
villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale
non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno
vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il
Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono
come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari
dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il
Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e
gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre
egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai
vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei
discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per
tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui
che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e
gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla
gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli
rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le
pietre».
Parola del Signore.
Dopo il
Vangelo si può fare, secondo le circostanze, una breve omelia. Per
dare l'avvio alla processione, il celebrante, o un altro ministro,
può fare un'esortazione con queste parole:
Imitiamo,
fratelli carissimi, le folle di Gerusalemme, che acclamavano Gesù,
Re e Signore, e avviamoci in pace.
Ha quindi inizio la
processione verso la chiesa, nella quale si celebra la Messa. Durante
la processione, il coro e il popolo eseguono i canti adatti alla
celebrazione.
Colletta
Dio
onnipotente ed eterno,
che hai dato come modello agli uomini
il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore,
fatto uomo e
umiliato fino alla morte di croce,
fa’ che abbiamo sempre
presente
il grande insegnamento della sua passione,
per
partecipare alla gloria della risurrezione.
Egli è Dio e vive
e regna con te...
PRIMA
LETTURA (Is 50,4-7)
Non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso. (Terzo
canto del Servo del Signore)
Dal
libro del profeta Isaìa
Il Signore Dio mi ha dato una
lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una
parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio
orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore
Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto
resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il
mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi
strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli
insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo
non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come
pietra,
sapendo di non restare confuso.
Parola di Dio
SALMO
RESPONSORIALE (Sal 21)
Rit: Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?
Si
fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra,
scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo
porti in salvo, se davvero lo ama!».
Un branco di cani mi
circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno
scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie
ossa.
Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica
gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia
forza, vieni presto in mio aiuto.
Annuncerò il tuo nome
ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate
il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza
di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.
SECONDA
LETTURA (Fil 2,6-11)
Cristo umiliò se stesso,
per questo Dio lo esaltò.
Dalla
lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Cristo Gesù,
pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo
una condizione di servo,
diventando simile agli
uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se
stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte
di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che
è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni
ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e
ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a
gloria di Dio Padre.
Parola di Dio
Canto
al Vangelo (Fil 2,8-9)
Lode e onore a te, Signore
Gesù!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e
a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò
il nome che è al di sopra di ogni nome.
Lode e onore a te,
Signore Gesù!
VANGELO
(Lc 22,14-23,56)
La passione del Signore.
+
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca
-
Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia
passione
Quando venne l’ora, [Gesù] prese posto a tavola
e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare
questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico:
non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio».
E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo
passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più
del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio».
-
Fate questo in memoria di me
Poi prese il pane, rese grazie,
lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è
dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato,
fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova
alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».
-
Guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me,
sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è
stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!».
Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro
avrebbe fatto questo.
- Io sto in mezzo a voi come
colui che serve
E nacque tra loro anche una discussione: chi
di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle
nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono
chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più
grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che
serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non
è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come
colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle
mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha
preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio
regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù di
Israele.
- Tu, una volta convertito, conferma i tuoi
fratelli
Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per
vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede
non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi
fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad
andare anche in prigione e alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti
dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia
negato di conoscermi».
- Deve compiersi in me questa
parola della Scrittura
Poi disse loro: «Quando vi ho
mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato
qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi
ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada,
venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi
in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli
empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo
compimento». Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma
egli disse: «Basta!».
- Entrato nella lotta, pregava
più intensamente
Uscì e andò, come al solito, al monte
degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse
loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò
da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo:
«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia
fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal
cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più
intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che
cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli
e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché
dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
-
Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?
Mentre
ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava
Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per
baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il
Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò
che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la
spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli
staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate!
Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì. Poi Gesù
disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti,
capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro
siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio
e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e
il potere delle tenebre».
- Uscito fuori, Pietro,
pianse amaramente
Dopo averlo catturato, lo condussero via e
lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva
da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano
seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane
serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente,
disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O
donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche
tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!».
Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche
questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo,
non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora
parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo
sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore
gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre
volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
- Fa’ il
profeta! Chi è che ti ha colpito?
E intanto gli uomini che
avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli
bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti
ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui,
insultandolo.
- Lo condussero davanti al loro
Sinedrio
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli
anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo
condussero davanti al loro Sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il
Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi
crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d’ora in poi il
Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio».
Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli
rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero:
«Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi
stessi dalla sua bocca».
- Non trovo in quest’uomo
alcun motivo di condanna
Tutta l’assemblea si alzò; lo
condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato
costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare
tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo
interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo
dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo
in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano
dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea,
dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato
domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto
l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si
trovava anch’egli a Gerusalemme.
- Erode con i suoi
soldati insulta Gesù
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò
molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito
parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo
interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla.
Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano
nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò,
si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo
rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici
tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
-
Pilato abbandona Gesù alla loro volontà
Pilato, riuniti i
capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete
portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho
esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna
delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha
rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò,
dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a
gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà
Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta,
scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo,
perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano:
«Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse
loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che
meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà».
Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso,
e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro
richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato
messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e
consegnò Gesù al loro volere.
- Figlie di
Gerusalemme, non piangete su di me
Mentre lo conducevano
via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e
gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva
una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il
petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di
loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma
piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei
quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato
e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai
monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”.
Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno
secco?».
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri
due, che erano malfattori.
- Padre, perdona loro perché
non sanno quello che fanno
Quando giunsero sul luogo
chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e
l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non
sanno quello che fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le
tirarono a sorte.
- Costui è il re dei Giudei
Il
popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha
salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio,
l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per
porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei,
salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è
il re dei Giudei».
- Oggi con me sarai nel
paradiso
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava:
«Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo
rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei
condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo
quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha
fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando
entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi
con me sarai nel paradiso».
- Padre, nelle tue mani
consegno il mio spirito
Era già verso mezzogiorno e si fece
buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole
si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù,
gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio
spirito». Detto questo, spirò.
(Qui si genuflette e
si fa una breve pausa)
Visto ciò che era accaduto,
il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era
giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo
spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava
battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo
avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare
tutto questo.
- Giuseppe pone il corpo di Gesù in un
sepolcro scavato nella roccia
Ed ecco, vi era un uomo di
nome Giuseppe, membro del Sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva
aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatèa,
una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si
presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce,
lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella
roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno
della Parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che
erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse
osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi
tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di
sabato osservarono il riposo come era prescritto.
Parola
del Signore.
Forma breve (Lc 23,1-49):
Passione
di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca
- Non trovo
in quest’uomo alcun motivo di condanna
In quel tempo,
tutta l’assemblea si alzò; condussero Gesù da Pilato e
cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in
agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e
affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei
tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse
ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun
motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva
il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla
Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo
era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo
rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a
Gerusalemme.
- Erode con i suoi soldati insulta
Gesù
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto
tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e
sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò,
facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano
presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano
nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò,
si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo
rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici
tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
-
Pilato abbandona Gesù alla loro volontà
Pilato, riuniti i
capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete
portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho
esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna
delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha
rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò,
dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a
gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà
Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta,
scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo,
perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano:
«Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse
loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che
meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà».
Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso,
e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro
richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato
messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e
consegnò Gesù al loro volere.
- Figlie di
Gerusalemme, non piangete su di me
Mentre lo conducevano
via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e
gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva
una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il
petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di
loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma
piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei
quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato
e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai
monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”.
Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno
secco?».
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri
due, che erano malfattori.
- Padre, perdona loro perché
non sanno quello che fanno
Quando giunsero sul luogo
chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e
l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non
sanno quello che fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le
tirarono a sorte.
- Costui è il re dei Giudei
Il
popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha
salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio,
l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per
porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei,
salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è
il re dei Giudei».
- Oggi con me sarai nel
paradiso
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava:
«Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo
rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei
condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo
quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha
fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando
entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi
con me sarai nel paradiso».
- Padre, nelle tue mani
consegno il mio spirito
Era già verso mezzogiorno e si fece
buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole
si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù,
gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio
spirito». Detto questo, spirò.
(Qui si genuflette e
si fa una breve pausa)
Visto ciò che era accaduto,
il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era
giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo
spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava
battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo
avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare
tutto questo.
Parola del Signore
Preghiera
dei fedeli
Il compito di essere veramente cristiani non è
facile: richiede la capacità di amare fino in fondo.
Preghiamo
insieme e diciamo: Signore, rendici capaci di amare nella
sofferenza.
1. Perché nel dubbio ci rimanga comunque il
coraggio di scegliere e di non “lavarcene le mani”. Preghiamo.
2. Perché la nostra fede non chieda segni, ma sia segno.
Preghiamo.
3. Perché anche dopo il nostro tradimento che
continuamente si rinnova siamo sempre coscienti della tua
misericordia. Preghiamo.
4. Perché la nostra adesione a te non
vacilli nel momento della prova. Preghiamo.
O Padre, Tu
ci chiedi di seguirti fino alla morte e alla morte di croce. Aiutaci
Tu ad abbracciare liberamente questa alta missione. Te lo chiediamo
per Cristo nostro Signore.
Preghiera
sulle offerte
Dio onnipotente, la passione del tuo unico
Figlio
affretti il giorno del tuo perdono;
non lo
meritiamo per le nostre opere,
ma l’ottenga dalla tua
misericordia
questo unico mirabile sacrificio.
Per Cristo
nostro Signore.
PREFAZIO
La passione redentrice del Signore.
È veramente
cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore,
Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro
Signore.
Egli, che era senza peccato,
accettò la
passione per noi peccatori
e, consegnandosi a un’ingiusta
condanna,
portò il peso dei nostri peccati.
Con la sua
morte lavò le nostre colpe
e con la sua risurrezione ci
acquistò la salvezza.
E noi, con tutti gli angeli del cielo,
innalziamo a te il nostro canto,
e proclamiamo insieme la
tua lode: Santo...
Antifona
di comunione
“Padre, se questo calice non può passare
senza che io lo beva,
sia fatta la tua volontà”. (Mt
26,42; cf. Mc 14,36; cf. Lc 22,42)
Preghiera
dopo la comunione
O Padre, che ci hai nutriti con i tuoi
santi doni,
e con la morte del tuo Figlio
ci fai sperare
nei beni in cui crediamo,
fa’ che per la sua risurrezione
possiamo giungere alla meta della nostra speranza.
Per
Cristo nostro Signore.
Commento
Festeggiamo
oggi l’entrata messianica di Gesù a Gerusalemme; in ricordo del
suo trionfo, benediciamo le palme e leggiamo il racconto della sua
passione e della sua morte. È il profeta Isaia con il suo terzo
cantico sul servo sofferente di Iahvè che ci prepara ad ascoltare
questo passo del Vangelo.
La sofferenza fa parte della missione
del servo. Essa fa anche parte della nostra missione di cristiani.
Non può esistere un servo coerente di Gesù se non con il suo
fardello, come ci ricorda il salmo di oggi.
Ma nella sofferenza
risiede la vittoria. “Egli spogliò se stesso, assumendo la
condizione di servo, umiliò se stesso, facendosi obbediente fino
alla morte, e alla morte di croce”. E, come il suono trionfale di
una fanfara, risuonano le parole che richiamano l’antico inno
cristiano sulla kenosi citato da san Paolo: “Per questo Dio l’ha
esaltato al di sopra di tutto”. L’intera gloria del servo di
Iahvè è nello spogliarsi completamente, nell’abbassarsi, nel
servire come uno schiavo, fino alla morte. La parola essenziale è:
“Per questo”. L’elevazione divina di Cristo è nel suo
abbassarsi, nel suo servire, nella sua solidarietà con noi, in
particolare con i più deboli e i più provati.
Poiché la
divinità è l’amore. E l’amore si è manifestato con più forza
proprio sulla croce, sulla croce dalla quale è scaturito il grido di
fiducia filiale nel Padre.
“Dopo queste parole egli rese lo
spirito”, e noi ci inginocchiamo - secondo la liturgia della messa
- e ci immergiamo nella preghiera o nella meditazione. Questo istante
di silenzio totale è essenziale, indispensabile a ciascuno di noi.
Che cosa dirò al Crocifisso? A me stesso? Al Padre?